Da dove compreremo pane?
(6, 1 - 15)
Il pane, simbolo di vita, non è da comperare: è dono. Ciò che Gesù fa e dice illustra la sua esistenza di Figlio: “prende” il pane, “rende grazie” al Padre e “distribuisce” ai fratelli. Noi viviamo di questo pane: è l’eucaristia, il corpo del Figlio che ci assimila a lui e sazia il nostro desiderio di essere come Dio. Di questo pane ne avanza sempre un sovrappiù: è da raccogliere, a salvezza nostra e del mondo intero.
6,1 Dopo queste cose, Gesù andò
al di là del mare di Galilea, di Tiberiade.
2 Lo seguiva molta folla
perché vedevano i segni
che faceva sugli infermi.
3 Se ne andò sul monte Gesù
e là sedeva
con i suoi discepoli.
4 Era vicina la Pasqua,
la festa dei giudei.
5 Gesù dunque, alzati gli occhi
e visto che molta folla
veniva a lui,
dice a Filippo:
Da dove compreremo pane
perché costoro mangino?
6 Diceva questo per tentarlo;
egli infatti sapeva
cosa stava per fare.
7 Gli rispose Filippo:
Duecento danari di pane
non bastano loro
perché ciascuno ne riceva un pezzetto.
8 Gli dice uno dei suoi discepoli,
Andrea, il fratello di Simon Pietro:
9 C’è un ragazzino qui
che ha cinque pani d’orzo
e due pesciolini;
ma cos’è questo per tanti?
10 Disse Gesù:
Fate adagiare gli uomini.
c’era molta erba nel luogo;
si adagiarono dunque gli uomini
in numero di circa cinquemila.
11 Gesù prese dunque i pani
e, avendo reso grazie,
li distribuì
a chi giaceva
– similmente anche dei pesciolini –
quanti ne volevano.
12 Quando furono saziati,
dice ai suoi discepoli:
Radunate i pezzi
che sono in sovrappiù,
perché non vadano perduti.
13 Radunarono dunque e colmarono
dodici ceste di pezzi
dai cinque pani d’orzo,
che erano in sovrappiù
a coloro che si erano nutriti.
14 Gli uomini allora, visto il segno che aveva fatto,
dicevano:
Questi è veramente il profeta
che deve venire nel mondo.
15 Gesù allora, avendo conosciuto
che stavano per venire
a rapirlo
per farlo re,
si ritirò di nuovo sul monte,
lui da solo.