Neppure io ti condanno
(8, 1-11)
È la sintesi narrativa del messaggio evangelico: l’incontro tra la miseria e la misericordia. Il Figlio ci comunica l’amore del Padre. I peccatori lo accolgono: ne hanno sete. Noi, come l’adultera, tradiamo lo Sposo; ma lui sempre ci rinnova col suo perdono. C’è però la coscienza del male che continua a lapidarci: come lo scriba e il fariseo, vuole impedirci di vivere del suo amore gratuito.
 

8,1 Ora Gesù andò al monte degli Ulivi. 2 All’alba però si presentò di nuovo al tempio e tutto il popolo veniva da lui; e, seduto, insegnava loro. 3 Ora conducono, gli scribi e i farisei, una donna sorpresa in adulterio e, postala in mezzo, 4 gli dicono: Maestro, questa donna è stata sorpresa sul fatto stesso, mentre faceva adulterio. 5 Ora, nella legge, Mosè ordinò di lapidare quelle così. E tu, che dici? 6 Ora dicevano questo per tentarlo, per avere di che accusarlo. Ora, chinatosi, Gesù scriveva col dito per terra. 7 Come insistevano nell’interrogarlo, si drizzò e disse loro: Chi di voi è senza peccato, per primo getti su di lei la pietra!

8 E di nuovo, chinatosi, scriveva per terra. 9 Essi allora, avendo udito, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più vecchi; e rimase solo e la donna che era nel mezzo. 10 Ora Gesù, drizzatosi, disse a lei: Donna, dove sono? Nessuno ti condannò? 11 Ora ella disse: Nessuno, Signore. Ora disse Gesù: Neppure io ti condanno. Va’ (e) da ora non peccare più].
 
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