Perché interrogate me?
(18, 22 - 27)
La violenza prende l’innocente: è il tema del racconto della passione, che mostra cosa avviene quando la tenebra “concepisce” la luce. Gesù, catturato, cattura tutti: interrogato, interroga ciascuno di noi che l’abbiamo conosciuto, nessuno escluso. All’inizio e alla fine c’è Pietro, che rappresenta noi, suoi discepoli. Lo rinneghiamo perché non conosciamo la Gloria dell’amore che si dona in povertà e umiltà. Questo è per lui lo schiaffo più duro.
22 Ora, avendo egli detto queste cose,
un astante degli inservienti
diede uno schiaffo a Gesù,
dicendo:
Così rispondi al capo dei sacerdoti?
23 Gli rispose Gesù:
Se male parlai,
testimonia circa il male;
se invece bene,
perché mi percuoti?
24 Allora Anna lo mandò, legato,
da Caifa, il capo dei sacerdoti.
25 Ora Simon Pietro stava in piedi
e si scaldava.
Allora gli dissero:
Non sei forse anche tu
dei suoi discepoli?
Quegli negò e disse:
Non sono.
26 Dice uno dei servi del capo dei sacerdoti,
che era parente di colui al quale
Pietro aveva tagliato il lobo dell’orecchio:
Non ti vidi io
nel giardino con lui?
27 Allora di nuovo negò Pietro
e subito un gallo gridò.