Gesù il Nazoreo, il Re dei Giudei
(19, 16b - 22)
La scritta di Pilato, titolo di condanna sopra la croce, ha grande rilievo in Giovanni: il Figlio dell’uomo innalzato è il re della Gloria, il Verbo diventato carne a salvezza di ogni carne. I due, intronizzati con lui, rappresentano tutti noi. Il suo corpo, posto nel mezzo, è la Scrittura definitiva: rivela Dio come solidarietà assoluta con noi e realizza ogni sua promessa. Da questo trono viene il giudizio di Dio, che è riunione dei suoi figli dispersi e salvezza per tutti.
19,16b Allora dunque accolsero Gesù
17 e, portando per sé la croce,
uscì verso il luogo
detto del Cranio,
che si dice in ebraico Golgota,
18 dove lo crocifissero,
e con lui
altri due,
di qua e di là,
e Gesù nel mezzo.
19 Ora scrisse
anche il titolo, Pilato,
e pose sulla croce;
era scritto:
Gesù il Nazoreo
il re dei Giudei.
20 Questo titolo dunque lessero molti dei giudei,
poiché era vicino alla città
il luogo dove fu crocifisso Gesù;
ed era scritto
in ebraico, latino e greco.
21 Dicevano allora a Pilato
i capi dei sacerdoti dei giudei:
Non scrivere:
Il re dei giudei,
ma che quegli disse:
Re sono dei giudei.
22 Rispose Pilato:
Ciò che ho scritto,
ho scritto.