Mi ami?
(21, 12 - 18)
Il capitolo 21, analogamente agli Atti degli apostoli, ci presenta in sintesi la storia della chiesa: essa continua a fare e a dire ciò che Gesù ha “principiato a fare e insegnare” (At 1,1). La missione del Figlio diventa la nostra: pescare i fratelli dalla morte. L’aspetto istituzionale della chiesa, rappresentato da Pietro, è fondato sull’amore e sul perdono accettato e accordato. L’aspetto carismatico, rappresentato dal discepolo amato, è anima e misura di ogni istituzione: è l’amore, che vive in eterno. Tutto il resto è “funzionale”: da accettare o rifiutare secondo che giova o meno ad amare. La chiesa ha come principio e fine la libertà di amare.
12 Dice loro Gesù:
Venire a far colazione.
Ora nessuno dei discepoli
osava chiedergli:
Tu, chi sei?
Sapendo che è il Signore.
13 Viene Gesù
e prende il pane
e lo dà loro;
e similmente il companatico (= pesce).
14 Questa già la terza volta
si manifestò Gesù ai discepoli,
destato dai morti.
15 Quando dunque ebbero fatto colazione,
dice Gesù a Simon Pietro:
Simone di Giovanni,
mi ami tu più di costoro?
Gli dice:
Sì, Signore,
tu lo sai che ti voglio bene.
Gli dice:
Pasci i miei agnelli.
16 Gli dice ancora una seconda volta:
Simone di Giovanni,
mi ami?
Gli dice:
Sì, Signore,
tu sai che ti voglio bene.
Gli dice:
Pasci le mie pecore.
17 Gli dice per la terza volta:
Simone di Giovanni,
mi vuoi bene?
Egli dice:
Signore,
tu sai tutto:
tu conosci
che ti voglio bene.
Gli dice Gesù:
Pasci le mie pecore.
Quando eri più giovane,
18 Amen, amen ti dico:
e condurrà dove tu non vuoi.
e andavi dove volevi;
quando però diventerai vecchio,
tenderai le tue mani
e un altro ci cingerà
cingevi te stesso