Posso chiamare Dio per nome: si chiama Gesù, che vuol dire “Dio-salva!
Simeone e Anna sono come le braccia dell’Antico Testamento: finalmente possono accogliere il dono desiderato da due mila anni, compimento di ogni promessa di Dio e di ogni attesa dell’uomo.
- Ci chiamiamo per nome solo tra i figli e i fratelli, tra sposi e amici. Cosa significa chiamare Dio per nome?
- Cosa dice Simeone? Perché la salvezza dovrà passare dalla croce?
2,21 E quando furono compiuti
otto giorni per circonciderlo,
allora fu chiamato il suo nome
Gesù,
come chiamato dall’angelo
prima che fosse concepito nel grembo.
22 E quando furono compiuti
i giorni della loro purificazione,
secondo la legge di Mosè,
lo condussero su a Gerusalemme
per presentarlo al Signore,
23 come è scritto
nella legge del Signore:
Ogni maschio che apre il grembo
sarà chiamato santo per il Signore
24 e per dare in sacrificio,
secondo quanto è detto
nella legge del Signore,
una coppia di tortore
o due pulcini di colomba.
25 Ed ecco:
c’era un uomo a Gerusalemme
di nome Simeone
– e quest’uomo era giusto e pio
in attesa della consolazione d’Israele –
e uno Spirito santo era su di lui
26 e gli era stato rivelato dallo Spirito santo
che non avrebbe visto la morte
prima di aver visto
il Cristo del Signore.
27 E venne nello Spirito al tempio;
e, mentre i genitori introducevano il bambino Gesù
per fare con lui
secondo quanto è costume della legge,
28 allora egli lo accolse tra le braccia
e benedisse Dio
e disse:
29 Ora sciogli il tuo servo, o Signore,
secondo la tua parola, in pace,
30 perché i miei occhi videro
la tua salvezza,
31 che preparasti
in faccia a tutti i popoli,
32 luce di rivelazione per le genti
e gloria del tuo popolo, Israele.
33 E suo padre e sua madre
erano meravigliati di quanto si diceva di lui.
34 E li benedisse Simeone
e disse a Maria sua madre:
Ecco: egli è qui
per la caduta e per la risurrezione
di molti in Israele,
segno di contraddizione
35 – e una spada trapasserà
la tua stessa vita! –
affinché siano rivelati
i ragionamenti di molti cuori.
36 E c’era Anna, profetessa,
figlia di Fanuele,
della tribù di Aser.
Ella era avanzata in molti giorni
– aveva vissuto con un uomo
per sette anni dopo la sua verginità
37 e da vedova fino a ottantaquattro anni –
e non abbandonava il tempio,
rendendo culto notte e giorno
con digiuni e suppliche.
36 E, sopraggiunta in quella stessa ora,
celebrava Dio
e parlava di lui
a quanti attendevano
il riscatto di Gerusalemme.